Gli steroidi: cosa sono e quali sono gli effetti

Gli steroidi: cosa sono e quali sono gli effetti

La storia moderna del capostipite dei FANS, il salicilato, inizia però solo nel XVIII secolo con l’osservazione del reverendo Edward Stone, oggetto di una comunicazione alla Royal Society, sull’effetto antipiretico dei salicilati e continua nel XIX secolo con la l’estrazione e la sintesi chimica del principio attivo. Solo nel 1897 venne sintetizzato da un chimico impiegato presso i laboratori Bayer, Felix Hoffmann, l’acido acetilsalicilico (ASA) e solo due anni dopo ne fu iniziata la commercializzazione. L’ASA composto presentava gli stessi effetti terapeutici dell’acido salicilico, ma con minori effetti collaterali soprattutto a livello gastroenterico. Dunque, anche se non è ancora stata individuata una cura definitiva per la sclerosi multipla, sono disponibiliterapie in grado di modificare favorevolmente il decorso della malattia, ridurre la gravità e la durata degli attacchi e l’impatto dei sintomi.

L’Agenzia mondiale antidoping (WADA, dall’inglese World Anti-Doping Agency) pubblica una lista costantemente aggiornata delle sostanze il cui impiego è considerato doping. Al suo interno è possibile trovare un dettagliato elenco (sotto la voce Agenti anabolizzanti, Anabolic Agents) degli steroidi anabolizzanti vietati. Gli steroidi anabolizzanti legali sono farmaci propriamente detti che possono essere impiegati in ambito medico, esclusivamente sotto prescrizione. Se il trattamento a lungo termine con gli steroidi viene sospeso all’improvviso, si potrebbe manifestare il cosiddetto “effetto da ritiro”, per cui è molto importante che rispettiate la prescrizione dell’oncologo. I farmaci antinfiammatori steroidei agiscono bloccando la sintesi delle prostaglandine pro–infiammatorie, responsabili di edema, eritema e dolore. Gli atleti possono assumere steroidi per un certo periodo, sospenderli e avviarli di nuovo più volte l’anno.

USO DI STEROIDI, IMMUNOMODULATORI E INFLIXIMAB NELLE IBD

Generalmente i pazienti che fanno uso di tale farmaco, a causa delle proprietà condrotossiche e tendinotossiche dello stesso, tendono a sviluppare i sintomi condropatici (artralgia con o senza mialgia) associati a patologie extraarticolari (tendinopatie), generalemente dopo due settimane dalla somministrazione (9)(10). L’interruzione di questi farmaci determina una risoluzione dei sintomi tra le 2 settimane e i due mesi (3)(5)(7). I disordini muscoloscheltrici indotti dall’uso e dall’abuso di farmaci sono caratterizzati da una complessa presentazione clinica sebbene il dolore articolare e il dolore muscolare siano spesso gli unici sintomi lamentati dal paziente. I dati disponibili in letteratura, infine, risultano ancora meno chiari per quanto riguarda il presunto ruolo degli analgesici nella induzione di CKD.

Il fluorochinolone è il farmaco maggiormente studiato per i suoi effetti collaterali sulle patologie tendinee in particolare sul tendine d’Achille. Tale farmaco agisce sui tendini a causa del suo effetto tendinotossico che induce apoptosi delle cellule tendinee. È stimato che 3,2 casi su 1000 di tendinopatia Achillea e tra il 2 e il 6% delle rotture del tendine d’Achille in pazienti con più di 60 anni venga determinato dai chinolonici, soprattutto se gli stessi pazienti svolgono anche terapie cortisoniche e hanno problemi renali (31)(32). Diventa imperativo interrompere la cura farmacologica ai primi segni di danno tendineo.

Nonostante sia ben noto che l’utilizzo prolungato ed a dosi elevate di FANS possa determinare una più rapida progressione di CKD, ancora una percentuale non trascurabile di soggetti con nefropatia cronica è esposta a tale rischio. La percentuale di pazienti CKD esposta ai FANS si riduce drasticamente in caso di eGFR marcatamente ridotto o, ancora di più, in caso di “referral” del paziente al follow-up dello specialista nefrologo. L’essere presi carico dal Nefrologo riduce il ricorso ai FANS per i pazienti CKD ed aumenta l’impiego di analgesici alternativi [40]. Tutti le classi di FANS sono potenzialmente causa di NIA, anche se gli aril-propionici (Profeni) sembrano più frequentemente associati a tale complicanza.

Nonostante la iperuricemia, gli episodi di gotta infiammatoria come effetto avverso di terapie diuretiche a lungo termine, è raramente osservabile. C’è una correlazione tra iperuricemia e lo sviluppo di tofi (deposizione di acidi urici intra o extra articolari che causa i tipici sintomi infiammatori). Tale conseguenza avversa ha spinto diversi ricercatori a suggerire un intervento farmacologico parallelo, basato sulla riduzione degli acidi urici, in pazienti che non possono rinunciare ai diuretici (5). Pertanto si è qui scelto di definire l’entità della diffusione di utilizzo di questa classe di farmaci nell’ambito di uno spaccato di real-life dell’Italia come quello derivante dall’analisi dei flussi farmaceutici e delle prescrizioni risultanti nei database nazionali e dell’Agenzia del farmaco.

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Esse derivano da un unico precursore fosfolipidico di membrana, l’acido arachidonico (AA), per azione catalitica della COX che rappresenta lo step limitante sul quale agisce il blocco esercitato dai FANS. L’inibizione della COX da aspirina è irreversibile, mentre quello degli altri FANS è reversibile. Sebbene gli eventi avversi da farmaci (ADR) rappresentino per i FANS circa il 20-25% delle segnalazioni, il coinvolgimento renale risulta molto scarso nei database delle agenzie del farmaco nazionali. Sia gli effetti terapeutici antipiretici, antiinfiammatori e analgesici, sia quelli avversi dei FANS (a livello gastrico, cardiovascolare, renale etc.) sono legati all’inibizione di COX ed alla riduzione della produzione di prostaglandine (PG) come PGE2 e PGI2. Fu solo dopo circa 70 anni che il farmacologo John Vane scoprì il meccanismo di azione dei FANS mediante la dimostrazione dell’inibizione della produzione delle prostaglandine e dei prostanoidi nel sito di infiammazione [7].

  • Partendo dall’assunto per cui la diagnosi differenziale fisioterapica è il risultato di un complesso processo di ragionamento clinico e presa di decisioni diventa cruciale per il fisioterapista essere a conoscenza di potenziali disordini muscoloscheletrici causati dall’uso e dall’abuso dei farmaci.
  • Nei bambini potrebbro anche determinare un ritardo dell’accrescimento osseo dovuto a una chiusura prematura delle cartilagini di accrescimento (38).
  • Le informazioni riportate sono da intendersi come indicazioni generiche e non sostituiscono in alcuna maniera il parere dello specialista.
  • Nel bodybuilding, invece, il doping ha solo ed esclusivamente lo scopo di migliorare l’impatto estetico che deve essere il più impressivo possibile.
  • La condizione di iperuricemia è ancor più favorita in pazienti che hanno subito l’impianto di un organo da donatore (14)(15).

La variabilità inter-umana è molto elevata e il recupero della spermatogenesi dipende probabilmente dalla dose di anabolizzanti e dalla durata del ciclo. In totale sono stati analizzati i dati provenienti da 180 pazienti nel corso di 5 anni. Tutti http://mopman.ee/azione-farmacologica-di-pregnyl-nuove-scoperte/ erano impegnati in sport di forza e potenza e circa l’81% erano appassionati di bodybuilding. Nei giovani, gli steroidi possono interferire con la crescita e il comportamento e portare a uno sviluppo anomalo delle caratteristiche maschili.

Ad esempio, il paracetamolo, considerato essere sostanzialmente non nefrotossico tanto che il suo uso risulta diffusamente consentito anche per i pazienti con CKD avanzata, è stato indagato in studi osservazionali, per il potenziale ruolo nella genesi di Nefropatia da Analgesici. Uno studio del 2001 che indagava il ruolo causale di paracetamolo e aspirina nella CKD suggeriva che l’uso regolare per oltre 2 mesi aumentava il rischio di CKD di 2.5 volte rispetto ai soggetti “non users” [41]. I risultati ai quali giunsero gli Autori, però, non erano scevri da critiche per la possibilità che le stesse cause del dolore trattato con paracetamolo potevano per sé stesse essere responsabili della nefropatia cronica.

Inoltre può determinare una riduzione del numero dei globuli bianchi che hanno un ruolo fondamentale nel sistema immunitario e che quindi debbono essere controllati periodicamente. L’assorbimento nel sangue è variabile pertanto per valutare se il dosaggio del farmaco è ottimale è necessario controllarne la quantità ematica (ciclosporinemia) con un prelievo. Un ulteriore aspetto da considerare riguarda la necessità o meno di una terapia di induzione nei soggetti candidati a sospendere lo steroide dopo trapianto. Ricordo che questi pazienti rientrando nella categoria “a rischio immunologico standard” potrebbero anche non necessitare di una specifica induzione per la prevenzione del rigetto acuto. Tuttavia, una terapia di induzione viene fortemente consigliata dalle attuali linee guida nei casi in cui si preveda una sospensione precoce dello steroide [37] ed è sempre stata inclusa in tutti i protocolli proposti nel corso degli anni. Nei casi di una sospensione tardiva, la forza della raccomandazione viene meno, sebbene potrebbe rivelarsi utile ad aumentare la percentuale di soggetti eleggibili alla sospensione, grazie ad una probabile minore incidenza di rigetti acuti e ad una migliore funzione renale.

La localizzazione dell’espressione di COX-2 costitutiva a livello renale giustifica il ruolo nel controllo dell’emodinamica glomerulare e del meccanismo del feedback tubulo-glomerulare. Le proprietà antipiretiche ed analgesiche delle foglie e della corteccia del salice, da cui si estraeva una sostanza amara, erano note sin dall’antichità tanto da essere citate nelle osservazioni contenute nel Corpus Hippocraticum. Ma l’azione antidolorifica e antipiretica di alcune piante era già nota tra i Sumeri e nell’antico Egitto.

La necrosi della papilla renale con nefrite interstiziale è una ben nota e storica complicazione dell’uso cronico (o abuso) di fenacetina ormai pressoché scomparsa e non più disponibile per uso clinico. La necrosi papillare non è però una patognomonica complicanza della nefropatia da analgesici potendosi riscontrare anche in altre condizioni cliniche come diabete mellito, pielonefriti, ostruzione delle vie urinarie, nefropatia in corso di anemia falciforme, tubercolosi renale e nefropatia da reflusso. In studi preclinici pressoché tutti i FANS possono essere causa di necrosi della papilla renale in modelli animali. Sebbene la tossicità clinica sia eccezionalmente rara, è però stata riportata per alcuni farmaci come ibuprofen, fenilbutazone, fenoprofene ed acido mefenamico. Alla fine degli anni 90 furono così introdotti nel mercato FANS COX-2 selettivi (Celecoxib, Rofecoxib, Etoricoxib) per il trattamento del dolore e di infiammazione, ma disegnati per ridurre gli effetti indesiderati gastrici associati con i FANS tradizionali come Diclofenac.

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